Nel pomeriggio del 12 dicembre 2012 si è svolto presso
l’Hotel Boscolo Exedra a Roma, il Convegno organizzato dalle Forze di Polizia e
Vigili del Fuoco titolato “Sicurezza e Soccorso Pubblico: per Sviluppo,
Occupazione, Legalità e Vivibilità dei Territori”.
Presenti al tavolo i Segretari Generali dei
maggiori sindacati di Polizia e dei Vigili del Fuoco SIULP, SAP, UGL Polizia di
Stato, CONSAP, FNS CISL, UIL PA VVF, CONAPO, UGL VVF.
Per le autorità il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, l’ex Ministro Roberto Maroni, Emanuele Fiano responsabile sicurezza del PD, Lorenzo Cesa segretario dell’UDC, l’ex sottosegretario Alfredo Mantovano, il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ex Capo Dipartimento
dei Vigili del Fuoco, il Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso
Pubblico e Difesa Civile Francesco Paolo
Tronca, Il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Alfio Pini, il Capo della Polizia Antonio Manganelli oltre al Questore di Roma e ai Comandanti Generali
dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e molti altri.
Ha moderato gli interventi il giornalista de
“Il sole 24 ore” Marco Ludovico.
In apertura del Convegno abbiamo
rappresentato al Ministro Cancellieri come l’approvazione, da parte del
Consiglio dei Ministri dell’11 dicembre, dello schema di Regolamento relativo
alla riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio che di fatto
modifica la struttura della sicurezza sul territorio italiano con
l’eliminazione di 35 Prefetture, 35 Questure e 35 Comandi Provinciali dei
Vigili del Fuoco rappresenta forti criticità, a maggior ragione considerando
che il testo non contiene più il tanto discusso taglio delle Province. Il regolamento che interessa la Sicurezza ed
il Soccorso Pubblico comporterà un abbassamento sensibile della presenza di poliziotti
e di Vigili del Fuoco sul territorio con conseguente riduzione della sicurezza
dei cittadini. Questo chiaramente
implica anche un allontanamento degli investitori sul territorio meno sicuro
con la conseguente riduzione dei posti di lavoro. Pertanto abbiamo invitato il
Ministro ad invertire la rotta incrementando le risorse destinate alla
Sicurezza ed al Soccorso Pubblico.
Il Ministro Cancellieri ha risposto
affermando che “il suo Governo ha
ereditato uno Stato sull’orlo del baratro e che è stato obbligato alla
revisione della spesa pubblica. La revisione ha interessato anche il Ministero
dell’Interno e quindi la Polizia ed i Vigili del Fuoco. Nessuno però”, ha sostenuto, “era intenzionato a ridurre la sicurezza sul territorio.
Sarebbero eventualmente state toccate delle sedi minori, meno a rischio, ma le
volanti sul territorio sarebbero state le stesse, anche se con qualche disagio
in più per il personale”. Ha inoltre affermato che la sua idea condivisa
dal Governo era quella di ridurre solo gli spazi per gli uffici, lasciando
nelle province cancellate solo gli uffici aperti al pubblico mentre la
lavorazione delle pratiche sarebbe avvenuta altrove. Il Ministro ha anche affermato che nessuno ha
mai messo in dubbio la riduzione dei Vigili del Fuoco, mentre una riflessione
sarebbe stata necessaria sulla collocazione degli uomini, specialmente negli
uffici delle Questure. Ha affermato che
il Paese si deve rendere conto che “la
festa è finita” e che occorre rivedere le cose con onestà intellettuale
ricordando ancora che nessuno ha mai pensato di mettere a rischio la
professionalità dei Vigili del Fuoco e dei Poliziotti. L’intenzione era quella di recuperare circa 5
milioni di euro per pagare la benzina ed il gasolio per gli automezzi. Ha concluso infine che abbiamo dei precisi
doveri nei confronti dei cittadini, dei nostri figli e dei nostri nipotini, ma
comunque ora il problema riguarderà il prossimo Governo.
Il Segretario della Lega
nonché ex ministro dell’Interno Maroni nel suo intervento ha ribadito che “i problemi di carattere economico c’erano
anche un anno fa, ma quando vi è la necessità di intervenire per ridurre la
spesa pubblica bisogna però dare delle priorità. Siamo tutti convinti” ha
sostenuto “che occorre chiudere la
stagione dei tagli lineari e di considerare tutti i settori della spesa
pubblica come aventi la stessa importanza e quindi effettuando i tagli
indiscriminatamente. Certo è più semplice, per chi deve farli, ma è sbagliato.
In particolare nel settore della Sicurezza che merita un’attenzione
assolutamente prioritaria, perché garantire la sicurezza sul territorio vuol
dire garantire lo svolgimento ordinato della vita civile e dell’attività
imprenditoriale. E questa era una cosa che io avevo ben chiara” ha
affermato Maroni “quando abbiamo fatto
dei provvedimenti che coinvolgevano nella gestione della sicurezza sui
territori le Amministrazioni ed i Sindaci; in tale occasione fui anche accusato
da qualcuno di voler trasferire ai Sindaci i compiti dell’apparato di
Sicurezza. Non era così!. L’idea di
allargare la platea dei soggetti che si occupavano di sicurezza, ciascuno nella
sua specificità, voleva dire diminuire i costi mantenendo, anzi aumentando il
presidio del territorio. I Sindaci
avevano questo compito ed era utile farlo almeno per quanto riguarda i reati
predatori. Infatti mentre la grande
criminalità si combatte con l’attività investigativa, i reati predatori si
combattono con la prevenzione.”
Maroni ha inoltre ammesso il suo rammarico (non rinnegando nulla di
quello che ha fatto come Ministro dell’Interno, compresi gli errori che pure ha
ammesso di aver compiuto) di non essere riuscito a portare a compimento (perché
è mancato il tempo) quel piano di riorganizzazione dei presidi territoriali che
era iniziato non certo sulla base della Spending Review ma sulla base di una
norma che era stata approvata dal precedente Governo di centrosinistra con la
Legge finanziaria 2007. “Il piano era quello di cancellare
l’equivalenza tra numero di province e tutto quello che c’è attualmente in una
provincia,” ha detto Maroni. “Anche per questo il dibattito sul decreto di
riduzione delle province che è morto e sepolto ormai, non ha molto senso se
riferito ai presidi di sicurezza, perché ci sono province e province. Ci sono
città come Milano, ad esempio, che necessiterebbero forse di più presidi pari
alle attuali Questure oggi presenti. La norma fatta a suo tempo dal Governo di
centrosinistra fu una norma assolutamente giusta e lungimirante: riorganizzare
i presidi prescindendo da questi automatismi vista la diversità enorme che c’è
tra province e province. Quindi sarebbe
bene separare la questione delle province rispetto a quella della
riorganizzazione dei presidi che però è un compito che va attuato e il prossimo
Governo dovrà farlo.” Ha quindi
terminato dicendo che né l’attuale Governo né il Parlamento può oggi mettere
mano a tale riorganizzazione, anzi per evitare i danni che di solito si fanno
negli ultimi due mesi, dovrebbe accantonare questa riforma fino alle prossime
elezioni ed aspettare il nuovo Governo che avrà quindi una prospettiva
temporale sufficiente per fare le cose bene, considerata la delicatezza del
settore. Una proposta infine è stata
quella di togliere dal “Patto di Stabilità” dei Comuni le spese che gli stessi
sostengono per la Sicurezza, tagliando in altri settori meno importanti.
L’Onorevole Fiano, delegato da Bersani per il
Comparto Sicurezza, Difesa e Vigili del Fuoco, in apertura del suo discorso ha
esordito dicendo che ci muoviamo in un contesto di manovre e di provvedimenti
che hanno riguardato il Comparto della Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, e
che la domanda su “quale modello di sicurezza vogliamo dare al nostro Paese nel futuro?
“ è una domanda che si è calata in un
momento nel quale sul Comparto sono stati adottati e messi in itinere dei
provvedimenti che hanno riguardato anche la vita degli appartenenti a questo
Comparto, come quello della riforma del trattamento previdenziale, ovvero
l’armonizzazione del trattamento previdenziale del Comparto Sicurezza, Difesa e
Soccorso Pubblico al resto della riforma del trattamento previdenziale che
altri comparti pubblici hanno subito. “La
posizione del Ministro Cancellieri, che pure ha cercato di difendere il
Comparto, non ha scongiurato i tagli al turn-over che le Forze di Polizia ed i
Vigili del Fuoco hanno subito. Ritengo che chi avrà la responsabilità del
prossimo Governo di questo Paese dovrà considerare l’insieme delle vicende che
riguardano il Comparto della Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico. Lo deve fare ragionando insieme a voi” ha
sostenuto Fiano rivolgendosi ai sindacati
“che rappresentate il Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, dividendo
in maniera saggia l’autorità politica da quella tecnica sul territorio, dando
competenza ai Prefetti da una parte ed ai Questori dall’altra, che permetta al
nostro Paese un’articolazione di competenze e di funzioni che purtroppo in
questo carteggio, negli anni, si sono sovrapposte, ed oggi viviamo in un paese
nel quale il modello di sicurezza vive di sovrapposizioni che alle volte sono
veri e propri sprechi, che bisogna avere il coraggio di chiamare come si
chiamano e che i politici che pretendono di ottenere dal Paese un consenso per
guidare il Paese devono avere il coraggio di affrontare. I tagli effettuati al
Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico non hanno fatto certo bene,
proprio perché questi tagli sono stati tagli lineari, che hanno trattato i
Poliziotti, i Vigili del Fuoco, come i cuochi, gli infermieri, le maestre
d’asilo. Sappiamo benissimo che non è
vero che i Militari, i Poliziotti ed i Vigili del Fuoco sono come tutti gli
altri dipendenti pubblici perché non possono ottenere il part time; devono
essere disponibili H24, perché se è in corso una rapina o se è in corso un
appostamento da sei giorni, loro non possono dire <<io stacco e torno a
casa>> e quindi è insulso pensare di applicare, sia nel campo
contrattuale, sia nel campo del trattamento previdenziale, sia nel campo della
distribuzione territoriale dei presidi di sicurezza sul territorio e sia sul
tema del blocco delle carriere, è insulso pensare che si possa azzerare la
specificità di questo comparto. Da parte nostra, cioè del PD, questo non
avverrà mai. Infine chiederemo ufficialmente al Governo che si interrompa
immediatamente la riforma del trattamento previdenziale del Comparto della
Sicurezza , Difesa e Soccorso Pubblico, lasciando al prossimo Governo l’impegno
di affrontare tale tema. Ci aspetta un
tempo ancora difficile ed avremo certamente bisogno della solidarietà comune,
avremo bisogno evidentemente di fare ancora sacrifici, ma visto che
affronteremo problemi sociali ingenti in questo Paese, e dovendo ancora attuare
una politica di rigore, non è pensabile che le difficoltà che decine di milioni
di italiani dovranno ancora affrontare e la tensione sociale che da questo dovrebbe derivare, ricada, come
sempre, sulle spalle di chi deve occuparsi della sicurezza di questo Paese.
Questo non è possibile,” ha concluso Fiano “ i Poliziotti, i Finanzieri, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco fanno già
troppi sacrifici e non è possibile aggiungergliene altri per la responsabilità
di chi pensa che si possa annullare la preziosa specificità di questo Comparto.”
Il Segretario dell’UDC Lorenzo Cesa ci ha poi
chiesto di aprire con l’UDC un confronto sui programmi relativi al Comparto
Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, che il partito deve presentare nelle
prossime elezioni. Cesa ha affermato che l’UDC è sempre stata vicina ai
problemi della Sicurezza, che è uno dei problemi più delicati del nostro Paese,
e di aver affrontato con altri partiti il problema del blocco del turn over che
il Governo ha attuato per questo Comparto. A riguardo c’è stato un passo avanti
perché non era pensabile non rinnovare gli organici del personale di Polizia e
dei Vigili del Fuoco. Ha sostenuto di
avere continui contatti con il personale dei Vigili del Fuoco e della Polizia e
che i problemi della carenza dei fondi e delle strutture fatiscenti sono cose
ben note che non vanno certo affrontate con continui tagli lineari come quelli
effettuati fino ad oggi. Pertanto
l’impegno dell’UDC è quello di costruire insieme un percorso che possa fornire
risposte concrete al Comparto.
Dal canto nostro non ci resta che attendere e
verificare nei prossimi giorni che gli inviti rivolti alla classe politica,
relativamente al completo sblocco del turn over e ad abbandonare le riforme in
atto che, sia per come sono state trattate, sia per questioni di tempo
(l’attuale Governo avrebbe infatti pochissimi giorni per farle approvare
definitivamente) non fornirebbero soluzioni idonee al Comparto della Sicurezza,
Difesa e Vigili del Fuoco, rischiando di creare danni irreparabili.
A Cura del Coordinamento Nazionale UIL PA VVF
Foto di Vincenzo Coraggio