venerdì 14 dicembre 2012

12 dicembre 2012 - Roma - Convegno Sicurezza e Soccorso Pubblico: per Sviluppo, Occupazione, Legalità e Vivibilità dei Territori.


Nel pomeriggio del 12 dicembre 2012 si è svolto presso l’Hotel Boscolo Exedra a Roma, il Convegno organizzato dalle Forze di Polizia e Vigili del Fuoco titolato “Sicurezza e Soccorso Pubblico: per Sviluppo, Occupazione, Legalità e Vivibilità dei Territori”.
Presenti al tavolo i Segretari Generali dei maggiori sindacati di Polizia e dei Vigili del Fuoco SIULP, SAP, UGL Polizia di Stato, CONSAP, FNS CISL, UIL PA VVF, CONAPO, UGL VVF.
Per le autorità il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, l’ex Ministro Roberto Maroni, Emanuele Fiano responsabile sicurezza del PD, Lorenzo Cesa segretario dell’UDC, l’ex sottosegretario Alfredo Mantovano, il Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ex Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, il Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e Difesa Civile Francesco Paolo Tronca, Il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Alfio Pini, il Capo della Polizia Antonio Manganelli oltre al Questore di Roma e ai Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e molti altri.
Ha moderato gli interventi il giornalista de “Il sole 24 ore” Marco Ludovico.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
In apertura del Convegno abbiamo rappresentato al Ministro Cancellieri come l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri dell’11 dicembre, dello schema di Regolamento relativo alla riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio che di fatto modifica la struttura della sicurezza sul territorio italiano con l’eliminazione di 35 Prefetture, 35 Questure e 35 Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco rappresenta forti criticità, a maggior ragione considerando che il testo non contiene più il tanto discusso taglio delle Province.  Il regolamento che interessa la Sicurezza ed il Soccorso Pubblico comporterà un abbassamento sensibile della presenza di poliziotti e di Vigili del Fuoco sul territorio con conseguente riduzione della sicurezza dei cittadini.  Questo chiaramente implica anche un allontanamento degli investitori sul territorio meno sicuro con la conseguente riduzione dei posti di lavoro. Pertanto abbiamo invitato il Ministro ad invertire la rotta incrementando le risorse destinate alla Sicurezza ed al Soccorso Pubblico.
 
 
 
 
 
Il Ministro Cancellieri ha risposto affermando che “il suo Governo ha ereditato uno Stato sull’orlo del baratro e che è stato obbligato alla revisione della spesa pubblica. La revisione ha interessato anche il Ministero dell’Interno e quindi la Polizia ed i Vigili del Fuoco.  Nessuno però”, ha sostenuto, “era intenzionato a ridurre la sicurezza sul territorio. Sarebbero eventualmente state toccate delle sedi minori, meno a rischio, ma le volanti sul territorio sarebbero state le stesse, anche se con qualche disagio in più per il personale”. Ha inoltre affermato che la sua idea condivisa dal Governo era quella di ridurre solo gli spazi per gli uffici, lasciando nelle province cancellate solo gli uffici aperti al pubblico mentre la lavorazione delle pratiche sarebbe avvenuta altrove.  Il Ministro ha anche affermato che nessuno ha mai messo in dubbio la riduzione dei Vigili del Fuoco, mentre una riflessione sarebbe stata necessaria sulla collocazione degli uomini, specialmente negli uffici delle Questure.  Ha affermato che il Paese si deve rendere conto che “la festa è finita” e che occorre rivedere le cose con onestà intellettuale ricordando ancora che nessuno ha mai pensato di mettere a rischio la professionalità dei Vigili del Fuoco e dei Poliziotti.  L’intenzione era quella di recuperare circa 5 milioni di euro per pagare la benzina ed il gasolio per gli automezzi.  Ha concluso infine che abbiamo dei precisi doveri nei confronti dei cittadini, dei nostri figli e dei nostri nipotini, ma comunque ora il problema riguarderà il prossimo Governo.

 
 
Il Segretario della Lega nonché ex ministro dell’Interno Maroni nel suo intervento ha ribadito che “i problemi di carattere economico c’erano anche un anno fa, ma quando vi è la necessità di intervenire per ridurre la spesa pubblica bisogna però dare delle priorità. Siamo tutti convinti” ha sostenuto “che occorre chiudere la stagione dei tagli lineari e di considerare tutti i settori della spesa pubblica come aventi la stessa importanza e quindi effettuando i tagli indiscriminatamente. Certo è più semplice, per chi deve farli, ma è sbagliato. In particolare nel settore della Sicurezza che merita un’attenzione assolutamente prioritaria, perché garantire la sicurezza sul territorio vuol dire garantire lo svolgimento ordinato della vita civile e dell’attività imprenditoriale. E questa era una cosa che io avevo ben chiara” ha affermato Maroni “quando abbiamo fatto dei provvedimenti che coinvolgevano nella gestione della sicurezza sui territori le Amministrazioni ed i Sindaci; in tale occasione fui anche accusato da qualcuno di voler trasferire ai Sindaci i compiti dell’apparato di Sicurezza. Non era così!.  L’idea di allargare la platea dei soggetti che si occupavano di sicurezza, ciascuno nella sua specificità, voleva dire diminuire i costi mantenendo, anzi aumentando il presidio del territorio.  I Sindaci avevano questo compito ed era utile farlo almeno per quanto riguarda i reati predatori.  Infatti mentre la grande criminalità si combatte con l’attività investigativa, i reati predatori si combattono con la prevenzione.   Maroni ha inoltre ammesso il suo rammarico (non rinnegando nulla di quello che ha fatto come Ministro dell’Interno, compresi gli errori che pure ha ammesso di aver compiuto) di non essere riuscito a portare a compimento (perché è mancato il tempo) quel piano di riorganizzazione dei presidi territoriali che era iniziato non certo sulla base della Spending Review ma sulla base di una norma che era stata approvata dal precedente Governo di centrosinistra con la Legge finanziaria 2007.  Il piano era quello di cancellare l’equivalenza tra numero di province e tutto quello che c’è attualmente in una provincia,” ha detto Maroni.  Anche per questo il dibattito sul decreto di riduzione delle province che è morto e sepolto ormai, non ha molto senso se riferito ai presidi di sicurezza, perché ci sono province e province. Ci sono città come Milano, ad esempio, che necessiterebbero forse di più presidi pari alle attuali Questure oggi presenti. La norma fatta a suo tempo dal Governo di centrosinistra fu una norma assolutamente giusta e lungimirante: riorganizzare i presidi prescindendo da questi automatismi vista la diversità enorme che c’è tra province e province.  Quindi sarebbe bene separare la questione delle province rispetto a quella della riorganizzazione dei presidi che però è un compito che va attuato e il prossimo Governo dovrà farlo.   Ha quindi terminato dicendo che né l’attuale Governo né il Parlamento può oggi mettere mano a tale riorganizzazione, anzi per evitare i danni che di solito si fanno negli ultimi due mesi, dovrebbe accantonare questa riforma fino alle prossime elezioni ed aspettare il nuovo Governo che avrà quindi una prospettiva temporale sufficiente per fare le cose bene, considerata la delicatezza del settore.  Una proposta infine è stata quella di togliere dal “Patto di Stabilità” dei Comuni le spese che gli stessi sostengono per la Sicurezza, tagliando in altri settori meno importanti.


L’Onorevole Fiano, delegato da Bersani per il Comparto Sicurezza, Difesa e Vigili del Fuoco, in apertura del suo discorso ha esordito dicendo che ci muoviamo in un contesto di manovre e di provvedimenti che hanno riguardato il Comparto della Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, e che la domanda su “quale modello di sicurezza vogliamo dare al nostro Paese nel futuro?  è una domanda che si è calata in un momento nel quale sul Comparto sono stati adottati e messi in itinere dei provvedimenti che hanno riguardato anche la vita degli appartenenti a questo Comparto, come quello della riforma del trattamento previdenziale, ovvero l’armonizzazione del trattamento previdenziale del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico al resto della riforma del trattamento previdenziale che altri comparti pubblici hanno subito. “La posizione del Ministro Cancellieri, che pure ha cercato di difendere il Comparto, non ha scongiurato i tagli al turn-over che le Forze di Polizia ed i Vigili del Fuoco hanno subito. Ritengo che chi avrà la responsabilità del prossimo Governo di questo Paese dovrà considerare l’insieme delle vicende che riguardano il Comparto della Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico.  Lo deve fare ragionando insieme a voi” ha sostenuto Fiano rivolgendosi ai sindacati “che rappresentate il Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, dividendo in maniera saggia l’autorità politica da quella tecnica sul territorio, dando competenza ai Prefetti da una parte ed ai Questori dall’altra, che permetta al nostro Paese un’articolazione di competenze e di funzioni che purtroppo in questo carteggio, negli anni, si sono sovrapposte, ed oggi viviamo in un paese nel quale il modello di sicurezza vive di sovrapposizioni che alle volte sono veri e propri sprechi, che bisogna avere il coraggio di chiamare come si chiamano e che i politici che pretendono di ottenere dal Paese un consenso per guidare il Paese devono avere il coraggio di affrontare. I tagli effettuati al Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico non hanno fatto certo bene, proprio perché questi tagli sono stati tagli lineari, che hanno trattato i Poliziotti, i Vigili del Fuoco, come i cuochi, gli infermieri, le maestre d’asilo.  Sappiamo benissimo che non è vero che i Militari, i Poliziotti ed i Vigili del Fuoco sono come tutti gli altri dipendenti pubblici perché non possono ottenere il part time; devono essere disponibili H24, perché se è in corso una rapina o se è in corso un appostamento da sei giorni, loro non possono dire <<io stacco e torno a casa>> e quindi è insulso pensare di applicare, sia nel campo contrattuale, sia nel campo del trattamento previdenziale, sia nel campo della distribuzione territoriale dei presidi di sicurezza sul territorio e sia sul tema del blocco delle carriere, è insulso pensare che si possa azzerare la specificità di questo comparto. Da parte nostra, cioè del PD, questo non avverrà mai. Infine chiederemo ufficialmente al Governo che si interrompa immediatamente la riforma del trattamento previdenziale del Comparto della Sicurezza , Difesa e Soccorso Pubblico, lasciando al prossimo Governo l’impegno di affrontare tale tema.  Ci aspetta un tempo ancora difficile ed avremo certamente bisogno della solidarietà comune, avremo bisogno evidentemente di fare ancora sacrifici, ma visto che affronteremo problemi sociali ingenti in questo Paese, e dovendo ancora attuare una politica di rigore, non è pensabile che le difficoltà che decine di milioni di italiani dovranno ancora affrontare e la tensione sociale che da  questo dovrebbe derivare, ricada, come sempre, sulle spalle di chi deve occuparsi della sicurezza di questo Paese. Questo non è possibile,” ha concluso Fiano “ i Poliziotti, i Finanzieri, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco fanno già troppi sacrifici e non è possibile aggiungergliene altri per la responsabilità di chi pensa che si possa annullare la preziosa specificità di questo Comparto.”


Il Segretario dell’UDC Lorenzo Cesa ci ha poi chiesto di aprire con l’UDC un confronto sui programmi relativi al Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, che il partito deve presentare nelle prossime elezioni. Cesa ha affermato che l’UDC è sempre stata vicina ai problemi della Sicurezza, che è uno dei problemi più delicati del nostro Paese, e di aver affrontato con altri partiti il problema del blocco del turn over che il Governo ha attuato per questo Comparto. A riguardo c’è stato un passo avanti perché non era pensabile non rinnovare gli organici del personale di Polizia e dei Vigili del Fuoco.  Ha sostenuto di avere continui contatti con il personale dei Vigili del Fuoco e della Polizia e che i problemi della carenza dei fondi e delle strutture fatiscenti sono cose ben note che non vanno certo affrontate con continui tagli lineari come quelli effettuati fino ad oggi.  Pertanto l’impegno dell’UDC è quello di costruire insieme un percorso che possa fornire risposte concrete al Comparto.
Dal canto nostro non ci resta che attendere e verificare nei prossimi giorni che gli inviti rivolti alla classe politica, relativamente al completo sblocco del turn over e ad abbandonare le riforme in atto che, sia per come sono state trattate, sia per questioni di tempo (l’attuale Governo avrebbe infatti pochissimi giorni per farle approvare definitivamente) non fornirebbero soluzioni idonee al Comparto della Sicurezza, Difesa e Vigili del Fuoco, rischiando di creare danni irreparabili.
 
A Cura del Coordinamento Nazionale UIL PA VVF
Foto di Vincenzo Coraggio